Assemblee, cortei, sit-in arriva l’onda anti-Gelmini
Gli studenti si mobilitano, i prof sullo stesso fronte.
Oggi assemblea di ateneo a Ingegneria
Parte la mobilitazione anti-Gelmini sia all’Università che nel mondo della scuola. Si preannuncia una giornata calda, quella di lunedì prossimo: il ministro dell’Istruzione è annunciata come ospite d’onore a un convegno allo Steri. E gli studenti minacciano di accoglierla con un presidio davanti alla sede del rettorato. Il calendario della protesta sarà concordato oggi alle 9,30 in un’assemblea di ateneo alla facoltà di Ingegneria. I Cobas, intanto, lanciano per oggi una giornata di sciopero nelle scuole, mentre l’Unione degli studenti medi prepara tre giornate di occupazione per il 20, il 21 e il 22 novembre.
All’Università i primi a mobilitarsi sono stati gli studenti di Lettere: per loro è già il quinto giorno di assemblea permanente. Oggi proporranno ai colleghi delle altre facoltà di organizzare lunedì un corteo che parta da viale delle Scienze e arrivi in piazza Marina. «Scenderemo in piazza a protestare anche se la Gelmini darà forfait, come sta facendo nelle altre città italiane dopo le prime contestazioni – annuncia un rappresentante di uno dei gruppi di autogestione a Lettere – La trasformazione dell’università in fondazione privata, in una terra di speculazioni mafiose, non la vogliamo».
Il clima si surriscalda ogni giorno che passa e spinge sindacati e movimenti – Andu, Cisal-Università, Cnu, Flc-Cgil, Snals-Università, Udu, Uil-Urafam – a unirsi per coinvolgere oggi all’assemblea di Ingegneria studenti, docenti, tecnici, amministrativi, il rettore uscente Giuseppe Silvestri e il successore Roberto Lagalla, che si insedierà il 1° novembre, e discutere insieme sulle ricadute del piano Gelmini sull’università. Oggi, dunque, in molte facoltà lezioni sospese per tre ore.
Anche alcuni docenti di Lettere hanno proclamato, già da lunedì, lo stato d’agitazione, mentre a Scienze della formazione i professori hanno deciso di dedicare parte delle ore di insegnamento al dibattito sui provvedimenti del governo, per dire no ai tagli sui finanziamenti ordinari e a quelli per la ricerca, all’aumento dei corsi di laurea a numero chiuso, alla precarizzazione del lavoro universitario. «Siamo doppiamente colpiti – dice il preside Michele Cometa – non solo in quanto parte del sistema accademico ma anche perché la missione della nostra facoltà è la formazione degli insegnanti». Il Consiglio di facoltà ha indetto un’assemblea giovedì prossimo all’Albergo delle povere.